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Intervista CDA: Davide Gibertini

Intervista CDA: Davide Gibertini

L’azienda amplia le referenze e consolida la collaborazione con i distributori di bevande.

Le difficoltà dell’horeca e del mondo birra, le novità di prodotto, il rapporto con la distribuzione e con temi d’attualità quali digitale, formazione e sostenibilità. Sono questi gli argomenti su cui si è soffermato Davide Gibertini, sales director di Birra Peroni, per raccontare il momento che sta vivendo il fuori casa e il comparto birrario.

A oltre un anno dall’inizio della pandemia, la situazione infatti è ancora in divenire e pesano le incognite sui prossimi mesi. Qual è il bilancio di quest’ultimo anno e si possono azzardare ipotesi per il futuro? “Gli ultimi mesi si sono evoluti peggio rispetto a quelle che erano le speranze di settembre e ottobre. – spiega Gibertini – Si sperava di uscire da questa dinamica difficile prima. Lo scorso anno siamo stati colti un po' tutti impreparati. Devo dire però che quando il mercato ha potuto riaprire, nei mesi estivi, c’è stata una grande risposta da parte dei consumatori”.

Il fatto che ancora oggi ci sia questa contrazione dei consumi del fuori casa aggiunge pressione a tutta la filiera. “Il punto vendita che non riesce a intercettare il consumo scarica a monte tutta una serie di problematiche. In primis sulla distribuzione. Per i distributori, che devono grande parte del fatturato al mercato della birra, diventa difficile gestire non solo la parte finanziaria ma anche i costi di efficienza. Con le aziende piccole in difficoltà, lentamente si mette in atto un meccanismo per cui tanti distributori piccoli vendono a distributori più grossi e meglio strutturati”.

Uno scenario che inevitabilmente ha coinvolto anche il mondo produttivo. “Noi, come gli altri grandi gruppi industriali italiani, - spiega Davide Gibertini - abbiamo da una parte il vantaggio di una solidità superiore, dall'altra invece costi di struttura che difficilmente sono recuperabili. Ci troviamo quindi davanti un tema di profittabilità e di equilibrio tra fare efficienza per sostenere un momento contingente e non perdere il passo sugli investimenti per lo sviluppo del business. Invece le piccole aziende da un lato hanno grandi difficoltà perché gli assortimenti si contraggono anche nei punti vendita e quindi hanno meno spazio, dall'altra parte hanno molta più flessibilità dal punto di vista dei costi perché sono imprese più snelle e quindi riescono a tenere testa al momento”.

In questo contesto, il mercato della birra in fusti è stato quello più penalizzato. L’analisi del direttore vendite di Birra Peroni: “Prima del Covid quello della birra era un mercato sano e in forte crescita. Oggi, il fusto risente di più di questa situazione perché è quello che si presta alla bevuta al bancone o seduti. È difficile fare asporto con un bicchiere di birra alla spina. Negli ultimi anni poi è cresciuta la cultura dei gusti diversi e il fusto di birra è il driver principale per chi vuole sperimentare, provare qualcosa di nuovo. Tutta l'innovazione che facciamo è focalizzata sul fusto. Ritengo che nel momento in cui si potrà tornare a consumare con dinamiche che permettano di bere anche la birra alla spina ci sarà una buona risposta. C'è molta voglia di tornare a uscire”.

Ma quali sono le novità in casa Peroni, relativamente a nuovi prodotti e brand? “Quest'anno abbiamo scelto di focalizzarci su poche cose, ma grandi, che pensiamo possono essere importanti per il successo del gruppo nei prossimi 3-5 anni”, spiega Gibertini. “Con Nastro Azzurro abbiamo lanciato la birra Zero alcool. Un segmento piccolo nel mondo della birra, ma con trend di crescita importanti, a doppia cifra, soprattutto in Paesi dove il consumo procapite è più alto rispetto al nostro. In Italia ci stiamo arrivando piano piano. Nel futuro ci sarà il no alcool e in questo vogliamo essere proattivi, come dimostrano anche gli investimenti che continuiamo a fare sul nostro brand Tourtel. Uno degli obiettivi per il 2030 è raggiungere con le birre analcoliche il 20% del nostro business totale, per confermare e continuare a costruire Il nostro impegno per un consumo responsabile”.

Il direttore vendite di Birra Peroni parla di novità in vista anche per il brand madre: “Abbiamo scelto di rivedere la proposta della marca Peroni, a cominciare da etichetta e pack, ma coinvolgendo anche tutto il piano di supporto. Stiamo partendo in queste settimane con la tracciabilità della bottiglia, che permette al consumatore di scoprire tutta la filiera. Per noi è fondamentale, considerato che siamo l'unico gruppo industriale italiano che ha 100% malto italiano”.

“La terza grande leva del nostro lavoro – aggiunge Gibertini – è Kozel, birra ceca più venduta al mondo. Abbiamo iniziato il lancio del brand sia nel mercato del fuoricasa che nella gdo. Proponiamo due referenze: una lager chiara e una dark. Per noi sarà un lancio importante non solo a livello media, ma anche presso i punti vendita. Sono in arrivo molte altre cose interessanti legate al brand e alla sua mascotte”.

Come accennato già in precedenza, il legame tra grossisti e produttori è fondamentale per tutto l’horeca. Quali sono dunque i contributi professionali che una azienda come Peroni si aspetta dal mondo della distribuzione di bevande? “L'horeca è un mercato complesso e, come tutti i mercati complessi, ha nelle sue maglie opportunità di sviluppo. – afferma Davide Gibertini - I distributori devono guardare al futuro in maniera innovativa e alcuni già lo fanno. Oggi la sfida del distributore horeca non è solo valorizzare le proprie vendite e gestire il portafoglio di prodotti, ma è anche sviluppare e supportare i punti vendita in tutto ciò che serve alla crescita della categoria. Il distributore può essere il miglior consulente del punto vendita e questo lo può fare insieme al mondo produttivo, con l’aiuto del nostro know how”. E quale dovrà essere il ruolo di consorzi di distributori, come CDA, nei confronti dell’industria di produzione? “Il consorzio – spiega Davide Gibertini – deve essere quello che si fa portatore sano di un approccio evoluto alla gestione del business. E devo dire che il consorzio CDA riunisce una serie di distributori, tra i più evoluti in Italia”.

La pandemia ha reso poi ancora più attuali temi quali il digitale, la formazione e la sostenibilità. Che ruolo hanno per Birra Peroni e in che direzione sta andando l’azienda? “La digitalizzazione avviene su vari fronti. Da una parte c’è lo sviluppo di possibilità come le consegne a casa ed e-commerce, dall’altra c’è la modalità con cui si gestisce tutta una serie di aree del business. Penso alla parte di interazione tra fornitore e distributore o con i punti vendita, per fare degli esempi. A questo proposito, abbiamo un progetto molto importante con il consorzio CDA per l'evoluzione della gestione tra noi e i loro associati: è focalizzato su un portale con aree tematiche in cui il distributore lavora insieme a noi per portare avanti il business. Un modo per essere più efficienti, avere maggior precisione e velocità, e dunque aggiungere qualità al lavoro”. Ma la digitalizzazione coinvolge anche ciò che avviene nel punto vendita. “Diverse migliaia di punti di consumo hanno la telemetria negli impianti della spina, - spiega il direttore vendite di Peroni - così noi sappiamo i consumi quando avvengono in tempo reale per ogni referenza, possiamo misurare la temperatura delle birre e, se c'è un problema tecnico, la società di assistenza interviene in 24 ore”.

E proprio il digital ha impattato anche sul tema della formazione, che Gibertini suddivide in interna ed esterna. “Per quanto riguarda quella interna abbiamo spostato tutta la formazione dei nostri di dipendenti su piattaforme e-learning. Una cosa che resterà per il futuro perché permette di avere una formazione online che sia ingaggiante ed efficace allo stesso modo, ma con dei costi differenti. Quella esterna è altrettanto importante. Già da qualche anno molti distributori di bevande stanno puntando su centri di formazione per i punti vendita che permettono anche a noi di sviluppare le professionalità con maggiore efficacia”.

Infine, la sostenibilità, tema comunque non nuovo in casa Peroni. “Abbiamo come obiettivo di diventare carbon neutral in tutti i nostri birrifici e ridurre del 30% il nostro impatto sulla filiera dal punto di vista dell'impronta di carbonio nel 2030, arrivando ad avere tutta la nostra supply chain carbon neutral entro il 2050. E vogliamo arrivare a utilizzare solo fonti di approvvigionamento idrico sostenibili, ma su questo siamo già molto avanti”, spiega Gibertini che aggiunge: “C'è poi tutto il tema del packaging circolare, entro il 2025 vogliamo tagliare del 15% tutta la parte degli imballi plastica, e la volontà di usare solo materie prime sostenibili. Senza dimenticare ciò che stiamo facendo con Campus Peroni insieme al Crea: raggruppando i vari attori della filiera e col supporto di alcune università, lavoriamo a programmi per migliorare la sostenibilità della produzione e quindi anche della coltivazione”.

Il messaggio finale del direttore vendite di Birra Peroni è all’insegna della positività. “Io sono un ottimista e vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. In questo momento particolare bisogna esserlo ancora di più. Il messaggio che voglio dare all’horeca non è solo una speranza ma una certezza: se tutti lavoriamo insieme per sfruttare il momento difficile, aggiungendo valore al nostro modo di lavorare come gruppo, non potremmo che uscirne vincitori. Ci siamo accorti in questi mesi che le difficoltà ci hanno unito maggiormente, siamo molto più vicini tra distribuzione e produzione nell’affrontare i problemi insieme e penso che questo sia un valore aggiunto che dobbiamo coltivare e continuare a costruire in futuro”, conclude Gibertini.



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